Hai mai notato che al ristorante sei più incline a ordinare una torta della nonna piuttosto che una generica torta alla crema? Questa non è una coincidenza. Il naming dei piatti è una strategia di marketing raffinata, in grado di influenzare le preferenze dei consumatori e aumentare le vendite.
Le neuroscienze e la psicologia del consumo dimostrano che un nome evocativo può attivare ricordi, emozioni e associazioni positive, rendendo un piatto più desiderabile. Uno studio della Cornell University (Wansink et al., 2005) ha rilevato che i nomi descrittivi aumentano le vendite fino al 27%, dimostrando l'importanza di una comunicazione mirata nei menu.
Un esempio concreto dell’efficacia del naming proviene dalla Seconda Guerra Mondiale. Con la necessità di riservare carne di qualità per i soldati, il governo americano cercò di convincere la popolazione a consumare interiora. Tuttavia, il termine “organ meats” (frattaglie) era associato a un cibo di scarto. La soluzione? Rinominare il prodotto come “variety meats”. Il cambiamento di nome contribuì a rendere più accettabile il consumo di un alimento fino a quel momento culturalmente respinto.
Le parole possono alterare non solo le nostre preferenze ma anche la nostra percezione del valore. Alcune strategie usate nei ristoranti e nei food brand includono:
Il naming non è solo una questione estetica, ma un potente strumento psicologico che influenza le decisioni d’acquisto. La prossima volta che sfogli un menu, chiediti: sei più attratto dalle parole o dal piatto stesso?
Il mio blog è costantemente aggiornato con contenuti divulgativi di qualità con lo scopo di rendere accessibile le mie conoscenze su neuroscienze, branding e digital.
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